mercoledì 17 febbraio 2010

Giovanni Pascoli


Giovanni Antonio Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta italiano, una delle figure maggiori della letteratura italiana di fine Ottocento.

La poesia di Pascoli è caratterizzata da una metrica formale con versi endecasillabi, sonetti e terzine coordinati con musicale semplicità. Nonostante la classicità della forma esterna - provata dal gusto per le letture scientifiche, alle quali si ricollegano il tema cosmico e la precisione del lessico botanico e zoologico - Pascoli ha saputo rinnovare la poesia nei suoi contenuti, toccando temi fino ad allora trascurati dai grandi poeti. Grazie alla sua poetica è stato capace di trasmettere il piacere delle cose più semplici, viste con la sensibilità infantile che ogni uomo porta dentro di sé.

Pascoli, personalità di acuta e complessa sensibilità verso le sofferenze della vita e le ingiustizie della società, era incline ad un mite pessimismo esistenziale, in gran parte riconducibile alla sua difficile infanzia e ai lutti familiari che indelebilmente la segnarono. Egli seppe conservare sempre un senso profondo di umanità e di fratellanza, rafforzate dalla convinta e generosa adesione agli ideali del socialismo umanitario che, specie nelle terre di Romagna, trovavano intellettuali e capipopolo sempre più fervorosi. Indebolito la dogmatica certezza dell'ordine razionale del mondo in cui aveva creduto il positivismo, il poeta, di fronte al dolore e al male che dominano sulla Terra, recupera il valore etico della sofferenza che riscatta gli umili e gli infelici, capaci di perdonare i propri persecutori.

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